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Il contenuto della scheda deriva integralmente dal testo: GLI OSPEDALI A VOGHERA DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA di Marco Montagna – pagg. 17-
Ringrazio il Dott. Montagna per l’autorizzazione-
Come la maggior parte degli ospizi dedicati a San Lazzaro è probabile che fosse dedicato alla cura di coloro che avessero contratto la lebbra durante il viaggio. Si trovava infatti fuori dalle mura e serviva ad impedire l’entrata nel borgo agli infetti., i quali avrebbero potuto contagiare la popolazione vogherese.
Il 17 aprile 1186 Omelia, badessa del Monastero di Santa Maria del Senatore, di Pavia, concesse a Raineri, Racaldo, e Lorenzo, malati dell’Ospizio di Voghera, il terreno su cui era edificata l’infermeria, fino a quando fossero guariti.
La badessa stabilì, inoltre, che nessun malato avrebbe potuto accedervi senza il suo consenso e che, una volta entrato, avrebbe dovuto pagare tre soldi pavesi per il ricovero.
Si trattava quindi di una comunità di lebbrosi che aveva una propria identità istituzionale, con una propria sede, con infermi rappresentanti di altri infermi e con una autonomia limitata dai vincoli giurisdizionali verso il monastero del Senatore.
Solo nel XIII secolo l'ospizio assunse l'intitolazione a San Lazzaro, comportandosi nello stesso modo di tutti gli altri ospedali coevi omonimi.
Nonostante la loro condizione di marginalità, destinata a tutti i malati di lebbra, soprattutto per ragioni igienico -
Probabilmente fu unito all'ospedale del Carmine, ma più probabile invece che, una volta cessato il pericolo lebbra e venuta meno quindi la sua attività principale, l'ospizio possa essere stato assorbito dal più vicino e importante ospedale di San Bovo.