Menu principale:
Il contenuto della scheda deriva integralmente da: La cura attraverso l’arte a cura del Conservatore del patrimonio storico e artistico AUSL della Romagna Sonia Muzzarelli.
Ci tengo a sottolineare che tutto il lavoro è stato svolto in accordo con la Direzione Generale che ne ha caldeggiato la divulgazione.
Si tratta di un “cofanetto” contenente vari opuscoli, riccamente iconografati e ricchi di bibliografia, che riportano sia la storia degli ospedali come pure la descrizione del loro patrimonio artistico.
Per informazioni contattare: patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it
I primordi dell'attività ospedaliera in Modigliana, si collegano alla compagnia religiosa dei "Bianchi" a partire dal 1415. Alla compagnia fece seguito la fondazione della chiesa di S. Antonio Abate del Borgo con accanto un ospedale "per comodo delli poveri viandanti" vissuta fino al 1651, finché non venne assegnata alla compagnia del Suffragio che ottenne di aggregarsi all'arciconfraternita della misericordia di Firenze. Probabilmente questo ospedale finì con la soppressione Leopoldina della stessa compagnia del Suffragio.
Denominato "Poveri di Cristo" fu istituito nel 1722 per volontà testamentaria del Cavalier Niccolò Ronconi, patrizio modiglianese, onde formare un ricovero dove fossero sovvenuti li poveri infermi di Modigliana a quella guisa che allo ospedaletto della Riva erano soccorsi li poveri forestieri, accorpando due ricoveri precedenti in un'unica istituzione, incrementata dal granduca Leopoldo con i proventi delle congregazioni religiose soppresse nel1785.
Nel 1890 vi fu nominato medico primario Enrico Magagni, allievo della clinica bolognese.
Autore di alcuni scritti sull'ospedale, si fece promotore di ampliamenti e restauri destinati ad adeguare la struttura alle istituzioni sanitarie dell'epoca. Il cantiere si concluse nel 1899, grazie alle elargizioni della regina Margherita di Savoia ed altri benefattori.
Dagli scritti sappiamo che durante questi lavori, il gabinetto del medico, cappella stanza mortuaria e latrine furono rifatte, furono riformati radicalmente i saloni delle infermerie e costruite di nuovo le stanze di isolamento con ingegnoso comune accesso al giardino. Fu costruito inoltre lo scalone per salire al quartiere operatorio e rimoderato tutto il quartiere medesimo composto di 5 ambienti.
Infine fu rifatto l'atrio di sud e trasformato l'atrio di ingresso con accessi al bagno ed all'ambulatorio, pavimentato tutto l'ospedale a mosaico e verniciati ad olio i muri.
Col passare dei decenni l'Ospedale dei "Poveri di Cristo", raggiunse una struttura sempre più confacente a quella di un vero e proprio ospedale.
Esso operò come Ente locale, gestito da un Comitato di cittadini legati all'Amministrazione comunale ed oculati nelle spese, sino alla costituzione delle Unità Sanitarie Locali ed ancora come ospedale fino al 1993, quando fu riconvertito in ottemperanza alla Legge Finanziaria 1992 (n. 412 del 30.12.1991) che imponeva la chiusura o la riconversione dei presidi ospedalieri con meno di 120 posti letto.
Questa nuova situazione creò la necessità di utilizzare in modo razionale quegli immobili che, da un giorno all'altro e con grande indignazione delle comunità, venivano di fatto a perdere le loro funzioni senza un immediato ricambio.
Dal 1980 cominciò progressivamente a ridursi il numero dei reparti da quattro fino all'unico rimasto, nel 1983, quello di medicina con 20 posti letto, soppresso nel 1993.