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Il contenuto della scheda proviene dal testo: Arquata Scrivia nella storia dei feudi imperiali liguri -
Naturalmente ho riportato solamente alcuni passaggi, per me più significativi, per inquadrare la situazione dell'Ospedale nel corso dei secoli.
La sua nascita risalirebbe tra la fine del 1100 e l'inizio del 1200. All'origine la funzione fu certamente quella di ospitare pellegrini e viandanti. Dell'ospedale di San Bartolomeo oltre ad una vetusta lapide posta a lato dell'ingresso allo stesso e datata all'anno 1325 abbiamo notizie in due documenti dell'inizio del secolo XV reperiti nell’Archivio di Stato di Genova. Ancora, il 12 Maggio 1569, visitava l'ospedale il vescovo di Tortona Cesare Gambara, il quale il 25 giugno del medesimo anno decretava quanto segue: poiché nel corso della nostra visita abbiamo appurato che i beni ed i redditi dell'ospedale in detto luogo non sono bene amministrati, con l'autorità conferitaci dai decreti del Sacro Concilio Tridentino e quale delegato della sede apostolica eleggiamo per un biennio Antonio Piacentino e Sebastiano Griffoglieto quali amministratori unitamente al Rettore della chiesa parrocchiale di Arquata ai quali in virtù di Santa obbedienza imponiamo che dopo aver assunto a detta amministrazione vi si dedichino e vigilino, dispensando i beni ed i redditi di detto ospedale, rendendo poi conto di tutto ogni anno nelle nostre mani. Distribuiscono i redditi dello stesso ospedale mantenendo l'ospitalità, riparandone i luoghi affinché gli infermi possono essere curati in luogo comodo e salubre, provvedendo altresì letti bene corredati del necessario. Si tenga presente che tra le spese necessarie dovranno essere incluse lire 80 di Genova per il Cappellano che celebrerà le messe in detto ospedale come di consuetudine. Il 28 luglio 1576 visitava l'ospedale Gerolamo Ragazzoni vescovo di Famagosta della diocesi di Tortona. Dagli atti di visita abbiamo: l'ospedale ha il reddito di scudi 35 dei quali 25 vengono assegnati al Cappellano che qui celebra quotidianamente ed insegna i primi rudimenti di lettere ai fanciulli del Borgo. Il visitatore ordina sia provveduto un nuovo letto fornito di lenzuola e coperte per essere pronto nel caso di emergenza. Il 13 dicembre 1593 visitava l'ospedale il Vescovo di Tortona Maffeo Gambara in quale decretava quanto segue: quelli che di presente hanno cura di detto Hospitale, presentino nel termine di un mese, avanti a noi, la fondatione et confirmatione di questo Hospitale con Istituti sotto pena di scuti 20 et in caso di disubidientia a questi si interdica l'ingresso della Chiesa subita passato detto termine. Et sotto l’istessa pena obblighiamo li suddetti amministratori a darci conto strettissimo delle amministrazioni passate con l'inventario fedele di beni, e proprietà, come anco delli redditi, de gl’obblighi, locazioni, spese, debitori, libri, instrumenti, deducendo le cause perché non hanno essercito l'hospitalità secondo già si soleva.
Nel 1600 visitava L'ospedale l'arciprete del Bosco delegato dal vescovo di Tortona. Dai verbali di visita abbiamo quanto segue: questo hospitale, il quale per quello che si è potuto cavar dai libri dei conti ed in particolare degli anni 1593-
Nel 1771 veniva ultimata la costruzione del nuovo ospedale. Ne era stato l'animatore in Marchese di Arquata Ferdinando Spinola. Questi il primo ottobre 1771 emanava il seguente riscritto: essendosi con l'aiuto di Dio terminato questo ospedale con essere ridotto a maggior comodo degli ammalati di nostra giurisdizione, ci viene suggerito che sarebbe opportuno stabilire una sempre più adatta amministrazione al medesimo. Venne quindi istituito un Magistrato composto dal Presidente nella persona del commissario pro-
Dal testo : Regolamento organico ed interno per gli infermi di Arquata Scrivia detto di S. Bartolomeo 1863
Non si conoscono Memorie dalle quali risulti il nome de lò Fondatore, e l'epoca dell'istituzione di quest'Opera Pia dell'Ospedale, sebbene si posseggano documenti riguardanti cose religiose della Parrocchia di Arquata, i quali risalgono al principio del secolo decimo quinto.
Così del 1423 abbiamo copia autentica di un atto da cui consta, come: “Odonus Spinola de Lucullo» costituisse una dotazione ad un Cappellano di elezione dell'abate, monaci, e successori del monastero di S. Maria de prevale Ordinis Cisterc. Dioeces,. Januœ, i quali dovevano curare realiter et cum effectu che celebrasse ogni dì ed in perpetuo la S. Messa in una cappella del monastero. Del 1452 abbiamo un'iscrizione in carattere gotico scolpita in marmo sulla facciata dell'Oratorio di S. Antonio la quale ci ricorda come fosse stato eretto. E del 1481 abbiamo tradizione di un voto di una processione solenne a N. S. di Valle, presso Gavi , emesso dalla mag. Comunità, per essere stata questa Parrocchia preservata dalla pestilenza, che menava strage sul vicino Stato Milanese, voto che si osserva tuttodì nella seconda Festa di Pentecoste. Solamente si trova menzione dell'Ospedale all' anno 1593 in occasione della Visita Pastorale di M. Conte Maffeo Gambara Vescovo di Tortona. Da questo documento rileviamo lo stato numerico della popolazione in quel tempo : Ha foccolari questa Parrocchia in tutto anime mille » : e lo stato morale e finanziario della Pia Opera, la quale già esisteva da molto con Chiesa, beni , redditi, e locale pel Ricovero, oltre il Monte di Pietà, retto da Amministrazione diversa. Troviamo infatti ordinato nella visita : “Die '13 x.hris Hospitale di S. n Bartolomeo.” Quelli che di presente hano cura di detto Hospitale presentano nel termine di un mese avanti di noi o nostro Vicario generale la fondatione o confirnatione di questo con soi Instituti […]
Obblighiamo li suddetti administratori a darci conto schettissimo delle administratione passate con l’nventario fidele de beni et proprietà, come anco delli redditi, delli obblighi, locationi, spese, debitori , libri, instromenti […]
Il Rettore nel termine di giorni otto sotto pena di sospensione in nome nostro amonisca alla presentia di doj testimonij li moderni consoli della terra a comparer da noi in termine di giorni doj dopo detta monitione a allegar et dedur ciò che vogliono perchè non debbano essere dichiarati incorsi nelle pene nella Visita Apostolica contenute per no haver la Comunità ottenuto dalla S. Sede Apostolica la comutatione di poter far celebrar la Messa cotidiana in loco di spendere quella tal mercede in servar la debita hospitalità acciò si possia provedere per debito del'officio nostro a quegli inconvenienti, et anco per no haver li deputati al governo di esso Hospitale mai reso conto per il passato in specie di detto Ordine Apostolico et fraude di esso Hospitale. Di presente no volendo noi co magior dilalatione soportar che no si esercita detta hospitalità gli homini di questo loco si congregano insieme et col parere delli Massari di detto loco si venghi alla nominatione di quelle persone che possono essere pie et habile alla cura di detto Hospitale i nomi de' quali mandarano nottati in lista acciò per noi se ne possano ellegere almeno doj che assistano a dett cura ai quali poi se darà compitissima Instructione di quanto harano a fare per il bon' governo. I quali ordini constano eseguiti da Relazione di Guido Arcipr. del Bosco, delegato Vescovile, in data 20 9.bre 1600 scritta dal Cancellario assunto Panecaldo.
Si legge in questa: Hospitale di S. Bartolomeo
Quest'Hospitale il quale per quello che se potuto cavar dai libri de conti et in particolare delli anni 93: 94: 95 : 96 : et sino al'anno corrente 1600 esebiti per ms. Giacomo Groffoglieti et ms. Gabriel Montesoro massari p.nti haver di credito un anno riputato co l'altro lire duecento ottanta o sian trecento di Genova inclusi i frutti che si levano ogni anno a San Giorgio di Città , i quali redditi si spendano in maritare figliole, et nel servare l'hospitalità, esclusi però scuti cinquanta d'oro i quali si pagano ogni anno al M. R. M. P Cesare Spinola Cappellano per la Messa quotidiana quale celebra nella parochiale all'altare di S. n Bartolomeo per le provisioni ottenute in Roma dell'anno 1594 alli 13 di febraro sotto il Pontificato di N. S. Papa Clemente VIII l'anno III et dell'anno 1596 il 1 maggio l'anno » V del medesimo Pontificato ad istanza delli Homini et Comune et Università di detta terra et come in esse alle quali ect. Da questa Relazione appare anche come le case dell'Ospedale si fossero trovate umide, ed i letti non troppo tenuti, e come si trattasse di vendere co honesto prelio le medeme case et siti mentre S. S. Reverendissima dassi il consenso di fabbricare l'Hospitale nella Chiesa del istesso Hospitale quale di presente resta profanata , posta dall'altra parte della strada di esse case[…] in locho più eminente et che non patisse humidità et che le Messe si celebrino nella Chiesa parochiale all' Altare pure di S. Bartolomeo fatto fabbricare dalli sopranominati...,. et fra tanto si ordina in faccia al medemo Reverendo Cappellano che subito debba haver fatto sgombrar la paglia et ogni altra indecensa posta in detta Chiesa, et tenerla di dentro munda , et reparato i tetti et la porta, la quale si terrà continuamente serrata co chiave et bono catenasso sotto pena a esso di scuti vinti et della sospensione, et alli massari della privatione del officio per cinque anni continui. Viene finalmente stabilito : per l'avvenire saranno obligati (cappellano e massari) ogni anno alla fine del loro officio et maneggio dar i conti appresentar i libri et leggere le partite di tutta l'entrata et spese che si faranno in detto Hospitale alla dove presensa del Rettore tenendo un libro firmato dove si allibrano le quitanze, le quali non saranno tenute per valide se non saranno sottoscritte dal medesimo Rettore in nome di S. S. R.ma et questo sotto pena di non esservi fatto boni a chi spenderà nessuna sorte dinari et spese, giurando prima i medemi massari» che saranno eletti dalla Comunità prima che mettere mano all'administratione nelle mani di detto Rettore di ben governare ecc. Per tal modo dal Cappellano titolare del Beneficio di S. Bartolomeo e da due Massari eletti dalla Comunità, i quali a mente del Concilio di Trento rendevano conto del loro maneggio all'Autorità Ecclesiastica rappresentata dal Parroco del luogo, quest'Opera fu retta fino al 1771 nel quale anno ebbe tal riforma che si potrebbe chiamare novella Istituzione. Infatti per rescritto 1 ottobre che così comincia: Noi Ferdinando Spinola del Sacro Romano Impero Libero Marchese di Arquata, Conte di Vocemola, Signore di Varinella e Pessino e Conte Pallatino ecc. ecc. ecc. Essendosi con l’aiuto di Dio termionato quest’Ospitale con essere ridotto a maggior commodo dagli ammalati di questa nostra giuridizione, ci viene suggerito che sarebbe opportuno stabilire una sempre più adatta amministrazione del medesimo ecc. » fu istituito un Magistrato composto del Presidente nella persona del Commissario pro tempore; di due Agenti da eleggersi al principio d'ogni anno dalla magnifica Comunità, e dal Procuratore e del Rettore dell'interno d'elezione del Feudatario e successori; e approvato un Regolamento speciale, cui il Magistrato stesso doveva in tutto riferirsi. In quest'Amministrazione passò il Legato di Cesare Spinola largito con suo testamento 20 agosto 1625 per J. B. Scortiam Nat. Vultabii, il quale aveva per fine la manutenzione dell'Altare di S. Bartolommeo, l'alloggio ai Pellegrini, e del residuo de' redditi la dotazione a qualche zitella povera di Arquata. Più precisamente, la gestione di questo Legato avendo fatta seria riflessione alla testamentaria disposizione dello stesso senza punto discostarci nel sustanziale di detta disposizione, ma anzi perché la stessa in ogni tempo avvenire sortisca il pieno suo effetto a tenore della mente del pio Testatore e ciò a vantaggio dei nostri amatissimi sudditi fu per altro Rescritto del Feudatario in data 7 settembre 1771 affidata ai due agenti dell'Ospedale con obbligo di renderne conto ogni anno al Parroco stesso. Sul cadere del secolo scorso l'Amministrazione per lo avvicendarsi degli sconvolgimenti politici rimase per qualche anno sospesa. Nel saccheggio ed incendio che nel 1796 si ebbe Arquata da un distaccamento gallico, i mobili dell'Ospedale furono distrutti, e parte del fabbricato ridotto in cenere. S'aggiunsero altri danni non pochi, e la perdita sul Banco di S. Giorgio della rendila annua di lire 600. Ricostituita durante l'Impero Francese or sotto una, or sotto altra forma, procurò di non venir meno ai fini della Pia Istituzione, e di far fronte ai danni sostenuti. Con economie non solo rimise nel pristino stato il suo patrimonio, ma l'accrebbe. Ottenne che il Beneficio di S. Bartolommeo ridotto fin dal 18 agosto 1750 dalla quotidiana a sole Messe 160 annue, fosse per decreto 22 aprile 1809 della Curia Vescovile di Casale, cui allora si trovava aggregata Tortona, ristretto ad una sola ebdomadaria, sebbene festiva: la qual condizione ad istanza degli Amministratori fu per altro decreto 23 giugno successivo limitata al caso , che — trovisi in Arquata qualche Sacerdote che voglia assumersi detto obbligo-