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Il contenuto della scheda è tratto integralmente dal testo:
“ L’Ospedale di Atri di Giulio di Nicola – Editrice ECO 1970” reperibile in alcune biblioteche riportate nell’OPAC SBN. Non sono riuscito a contattare il Dott. Di Nicola come pure la casa editrice che, probabilmente non esiste più.
Come molte altre schede mi sono limitato a riportare solo alcuni passi del testo originale.
Nel secolo XIII in Atri esistevano ben dieci ospedali, di cui due fuori le mura, e cioè l'uno al Porto di Cerrano e l'altro al Poggio della Cona distrutti da una mareggiata all’inizio del XVI secolo.
Secondo l'uso dei tempi, per quello che riguarda l'amministrazione, gli ospedali dipendevano da quello di S. Spirito in Sassia a Roma.
Al principio del secolo XV gli ospedali di Atri, sottraendosi alla giurisdizione di quello romano, furono riuniti in uno solo sotto il patrocinio e la denominazione di S. Andrea, al fine di provvedere meglio e più efficacemente all'alimentazione dei poveri, alla cura degli infermi, all'accoglimento dei bambini esposti, ma non fu loro possibile sottrarsi ad una tassa, di 22 ducati, da pagare annualmente allo stesso ospedale di Roma.
Tra tutti, solo l’Ospedale di S. Liberatore fu sempre esente sia dalla dipendenza, che dalla tassa suddetta.
Alla metà del secolo XV l'Ospizio di S. Andrea già godeva di un'entrata considerevole per cui molti abati commendatari vi ponevano sopra gli occhi avidi ed arrivavano a metterci le mani.
Il Re Ferdinando I, nell'intento di provvedere ad una più accurata amministrazione delle rendite, con suo decreto del 31 luglio 1775 disponeva che il Governatore dell'Ospizio si dovesse eleggere con decreto reale e che dovesse rendere conto della sua amministrazione al Tribunale della Regia Camera.
Si tirò avanti così fino al 1811, quando tutti i patrimoni degli Istituti pii vennero confiscati dai nuovi governanti che li amministrarono sotto il nome di Beneficenza.
I vasti possedimenti dell'ospedale furono dilapidati e quelli che rimasero vennero affittati.
Nel 1851 il Re Ferdinando II ordinava un censimento di quei beni che erano rimasti e disponeva che essi, insieme ad altri che si destinavano allo scopo, servissero per la fondazione di un Orfanotrofio Provinciale in Atri, da sistemarsi nell'antico edificio già Convento dei PP. Gesuiti.
L'ospedale di S. Liberatore che riuscì sempre a mantenere la propria autonomia, seguitò ad accogliere ogni sorta di malati.
Data la fama di cui godeva, ben presto i locali si rivelarono troppo angusti, per cui l'Ospedale fu trasferito nell'ex convento degli Agostiniani Scalzi.
Nel 1860, alla fine del Regno delle Due Sicilie si diede all'ospedale nuovo impulso, con migliori ordinamenti e coll'ampliamento delle infermerie. Il 30 giugno 1880 veniva approvato il nuovo «Statuto Organico dell'Ospedale di S. Liberatore» amministrato dalla Congregazione di Carità.
Nello stesso edificio degli Agostiniani si accolsero anche i bambini poveri.
La constatazione dell'enorme sviluppo dell'Ospedale verificatosi nel dopo-
Si decise per un ampliamento dei locali e di preparare i progetti per la costruzione di nuovi padiglioni.
La prima pietra fu posta nell'agosto del 1957.
Seguivano anni duri per cui fu necessario ricorrere ad una Amministrazione Commissariale.
L'Ospedale venne distaccato dall'Ente di Carità ai tempi del Fascismo, e fu unito al Ricovero di Mendicità ed all'Asilo, per cui si ebbe la denominazione: «Ospedale ed Istituti di Ricovero »; poi, con D.P.R. del 31.10.1968 gli è stata data la denominazione: «Ospedale Civile S. Liberatore, Atri, Teramo, Ente Ospedaliero Provinciale ».
Altro trasferimento di sede avvenne nel 1961.
Fin verso l'anno 1952 l'Ospedale fu diretto dalle Suore di S. Vincenzo de' Paoli; nell'anno 1955 vennero le Suore « Ancelle dell'Incarnazione >> che erano state istituite nel 1948 dal religioso camillino P. Primo Fiocchi, coadiuvato dalla Cofondatrice Annunziata Mortereali. Sul principio furono soltanto quattro, ma in seguito arrivarono a dieci.