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Tratto integralmente da: Ricordo della solenne inaugurazione del nuovo Ospizio Marino di Trieste addì 18/6/1893
Girolamo Grego eroga una cospicua somma a favore d'uno o più stabilimenti di beneficenza a scelta del Municipio e questo, nell'anno 1889 dedicava tutto l'intero importo alla costruzione di un edificio ad uso Ospizio Marino che bastar potesse alle cure che si devono prodigare ai poveri infelici, che sono afflitti dalla tremenda malattia della scrofola. Otto anni consecutivi di minuziose ricerche lungo tutta la spiaggia che da Capodistria si estende sino a Sestiana, dirette a rintracciare una località idonea per la purezza dell'aria e dell'acqua marina e per la bontà della spiaggia. Il Comune pose fine alle ricerche, concedendo la splendida area detta la seconda rotonda di Servola specchiantesi in un lembo di mare designato da natura al pio scopo; a pochi passi dalla spiaggia del mare, le cui onde tranquille sprigionano un'aria sana, balsamica, vivificatrice. Isolato da tutti i lati, circondato dal mare, da ameni giardini, esso offre un asilo invidiato di cura e di pace ai ricoverati, i quali nel piacevole soggiorno, nel regime di vita, dei bagni e degli esercizi trovano duraturo conforto alle loro sventure. L'edificio occupa una superficie di mq. 1800 circa; consta di un piano sotterraneo, di un piano elevato sul livello della strada, di un primo piano e di una soffitta. Il fronte verso il mare è disposto in maniera da presentare il più ampio sviluppo di finestre ai benefici influssi dell'aria marina. Il portone principale separa l'edificio in due parti simmetricamente eguali, e di precisa interna disposizione seguendo il criterio di tenere separata la sezione femminile dalla sezione maschile. Nel sotterraneo sono raggruppati i locali destinati ad uso di cucina ed annessi, di lavanderia, di bagni per la stagione invernale o quando sia impedito l'uso dei bagni in mare aperto, del riscaldamento centrale e della sterilizzazione. Il pianoterra comprende: a sinistra un locale pel portiere, una vasta sala ad uso refettorio della superficie di mq. 120 e due dormitori intercalati da una sala ad uso lavabo, per la sezione maschile; alla destra sono ricavate, la stanza ad uso parlatorio, quella per la Direttrice dello Stabilimento, quelli della Direzione, della farmacia, le stanze d'operazione e poi in continuazione due dormitori ed il lavabo per la sezione femminile. Il primo piano contiene un salone della superficie di mq. 175 per le solennità, per ginnastica e ricreazione dei ricoverati nei giorni di cattivo tempo, nonchè 6 dormitori e 2 lavabo metà per l'una e metà per l'altra sezione. Dalla soffitta una stanza per l'infermiere che separa due ambienti destinati ad accogliere fanciulli, d'ambo i sessi, quando sorga il sospetto che siano affetti da malattie contagiose. Le sale ad uso dormitori contengono 15 letti ciascuna, di maniera che ad ognuno dei ricoverati è riservato, durante il soggiorno della notte, un volume d'aria di più che 30 mq. I dormitori del pianoterreno e primo piano sono intercalati da sale ad uso lavabo, comprendenti ognuna un numero di catini corrispondenti al numero dei letti dei prossimi dormitori. I lavabo sono costituiti da una tavola di marmo a forma di ferro di cavallo, sorretta da muretti in cotto sulla quale appoggiano i catini numerati in corrispondenza al numero del letto d'ogni singolo bambino. Apposite colonnine di ferro sostengono il tubo di diramazione dell'Acqua d'Aurisina, il quale ha uno sbocco per ogni singolo catino. Minuziose altre misure garantiscono che l'igiene sia pienamente conservata e che non avvenga confusione di sorta fra gli indumenti ed il servizio di toilette degli uni e degli altri. Abbenchè le condizioni economiche, inducano almeno per alcuni anni, la necessità di tenere aperto l'Ospizio soltanto nei pochi mesi d'estate, pure furono prese tutte quelle misure che valgano a garantire il soggiorno dei ricoverati anche durante la cruda stagione invernale. Il locale dei bagni contiene 6 vasche adattate alla diversa età dei ricoverati ed un bagno a doccia; le prime sono in comunicazione da un lato con un recipiente in ferro capace di 2 mq d'acqua nel quale l'acqua del mare è pompata ad una distanza conveniente dalla spiaggia e ad una profondità tale che ne assicurino la sua purezza; dall'altra con un recipiente sito nel locale vicino ad uso lavanderia dove l'acqua d'Aurisina affluisce e viene riscaldata. Nel sotterraneo, in locale appartato, esiste pure un apparato di sterilizzazione sistema Thursfield, il quale ha lo scopo di sterilizzare tutta la biancheria proveniente dalle sale di isolamento nonchè le fasciature e gli apparecchi che si adoperano per la medicatura come del pari la biancheria dei bambini dopo uscita dalla lavanderia. I pavimenti dei dormitori, per ragioni di economia, furono eseguiti in ponte abete, le pareti sono biancate a calce con gli angoli arrotondati; i pavimenti dei lavatori, della sala d'operazione, della infermeria e delle ritirate sono in terrazzo, le pareti nella stanza d'operazione per tutta la loro altezza, negli altri locali per l'altezza di metri 1.50 sono dipinte a 2 strati d'olio con gli angoli sensibilmente arrotondati. Il pavimento della sala d'istruzione e ginnastica sono in doghe di legno duro, e quelli della cucina e corridoi del pianoterreno e primo piano in pietra bianca del Carso. L'edificio, nel suo complesso coi giardini che gli sorgono ai lati, racchiusi da muri e cancellate in ferro, costituisce oggi un ornamento alla passeggiata ridente di S. Andrea. Nella corte principale i ricoverati si raccolgono due volte al giorno per discendere ai bagni nella spiaggia vicina, attraversando il binario della ferrovia, che dalla stazione della Ferrovia dello Stato a S. Andrea conduce a S. Sabba. La traversata del binario è assicurata da tutte quelle cautele che valgano ad allontanare qualsiasi pericolo; ad ogni modo, per compiacente disposizione della locale Direzione della Ferrovia dello Stato, per tutta la durata della cura, i treni procederanno lentamente ed annunceranno il loro passaggio con un fischio continuato. Sul terreno conquistato dal mare, protetto dalle onde a mezzo d'una diga è stato costruito provvisoriamente uno spogliatoio in legno, diviso in due riparti con una stanza intermedia per la cura medica. Il recinto riservato ai bagni pure diviso in due riparti e limitato da solidi confini, è costituito di una spiaggia a dolce declivio, coperta di sabbia e riparato dai forti marosi. Il tutto è recintato, in parte da muri a corso con inferrate a disegno, in parte da confini in legno e tavole. L'edificio, come è ora costruito, può accogliere comodamente 150 bambini, ma se, come tutto lascia ritenere, l'Ospizio avesse a raggiungere un maggiore sviluppo, con poche modificazioni ed adattamenti, potrà come già preveduto dai progettanti ai bisogni di una più larga frequentazione. La rete di ampi canali che circonda l'edificio lo protegge contro l'umidità e le esalazioni mefitiche, l'ampia zona di mare e di terreni coltivati, sparsi di rari edifici che gli fanno corona, lo mettono al coperto da ogni influenza deleteria, infine lo stabile è provveduto di numerosi sbocchi d'acqua d'Aurisina, della conduttura di gas, del telefono, di quant'altro rendesi oggi necessario per un istituto di primo ordine.