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La scheda è stata redatta integralmente dai funzionari dalla Biblioteca comunale “Francesco Selmi” di Vignola e dell’Archivio storico comunale. Ringrazio pertanto tutti coloro i quali si sono impegnati nella stesura della stessa.
Fonti archivistiche: Archivio storico dell’Ospedale di Vignola e Archivio storico del Comune di Vignola, entrambi depositati presso il Polo Archivistico-
Fonti documentarie: F. Zaffe, L'ospedale di Vignola: la sanità vignolese dal XV al XX secolo, Vignola, Fondazione di Vignola, 2009.
Questa è la principale fonte di riferimento per la successiva nota storica.
Le attuali strutture ospedaliere costituiscono, nella grande maggioranza dei casi, l’evoluzione degli antichi ospitali, diffusi lungo le principali vie di comunicazione e nei centri urbani fin dai lontani secoli del Medioevo, come luogo di accoglienza di commercianti e pellegrini o come luogo di ricovero per poveri inabili, oziosi e anziani, in modo da sgravare le famiglie più povere dall’onere del mantenimen-
Questo modello di assistenza, che ha una rilevante funzione sociale pur se in un contesto di accen-
A Vignola è attiva un’Opera Pia legata all’Ospedale fin dal XVII secolo, come testimonia il cronachista Domenico Belloj, ma alcune testimonianze d’archivio ne fanno risalire le origini assai più indietro nel tempo, agli inizi del XV secolo.
Nel corso del secolo XVIII, segnato da un’espansione del centro urbano e da una costante crescita demografica dovuta ad un miglioramento quali e quantitativo della produzione agricola, la sede dell’Ospedale si trova all’interno della cinta muraria, oggi scomparsa, a pochi passi dall’antica Rocca e a ridosso della Chiesa plebana dei Santi Nazario e Celso. Questa struttura ospiterà l’Ospedale-
La nascita delle Congregazioni di Carità in piena epoca napoleonica, con decreto 5 settembre 1807, segna un primo e profondo tentativo di riforma e modernizzazione dei diversi enti di beneficenza e carità, in continuità con i tentativi riformatori estensi iniziati già nella seconda metà del secolo XVIII con Lodovico Ricci, con l’obiettivo di limitare l’ingerenza delle autorità ecclesiastiche negli affari pubblici. Atteggiamento simile, peraltro, avrebbe contraddistinto anche i successivi decenni del governo austro-
L’epoca dell’Unità d’Italia si apre, tra il 1859 e il 1862, con la riforma delle Congregazioni di Carità e delle Opere Pie, che a Vignola si traducono anche in un importante intervento di ristrutturazione dell’Ospedale, grazie all’importante lascito di Barlamo Garavini.
La riforma del 1890 e la contestuale nascita degli Istituti di Pubblica Assistenza e Beneficenza (IPAB) segnano due passaggi fondamentali tanto in termini gestionali, a partire dal riconoscimento giuridico dei diversi enti, quanto funzionali: le diverse trasformazioni in campo tecnico e scientifico favorisco-
Nel corso della Prima guerra mondiale come della successiva epidemia di febbre spagnola, l’Ospedale di Vignola svolge un importante ruolo, pur se dipendente dall’Ospedale Militare Principale di Bologna.
L’epoca fascista si apre con la nascita della Federazione Nazionale delle Opere Pie, come strumento di indirizzo e controllo per le diverse attività, mentre, dopo una temporanea chiusura per lavori tra l’aprile 1928 e il febbraio 1929, gli anni trenta si aprono con la progettazione di una nuova struttura ospedaliera da costruirsi sul Fondo Migliorina, una Infermeria per malati acuti e casa di risposo che però non vedrà mai la luce: due diverse strutture per ospedale e ricovero, con una parte di servizi in comune. Nel frattempo, a partire dal 1937, nascono gli Enti Comunali di Assistenza (ECA), organizzazione dipendente dalle diverse istituzioni fasciste e corporative, con l’obiettivo di ridefinire il concetto stesso di assistenza, che viene legato all’effettiva necessità di aiuto, così da riclassificare malati e bisognosi per i sussidi. In questo contesto, fortemente legato al controllo sociale, assumono un ruolo determinante le dame visitatrici, con le loro missioni presso le famiglie operaie e contadine più pove-
La nascita degli Enti Comunali di Assistenza, che intrecciano la loro attività con le altre organizzazioni fasciste, a partire dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI), segnano un passaggio fonda-
Nel gennaio 1945, pochi mesi prima della fine della Seconda guerra mondiale e della liberazione del territorio vignolese, l’Ospedale si trasferisce all’esterno del centro storico, nella prima fascia di espansione urbana, a ridosso del campo sportivo, presso i locali della Scuola di Avviamento, costruita tra il 1935 e il 1937 e riconvertita per esigenze belliche ad ospedale militare.
Nel 1957 ECA e Ospedale si separano, non senza tensioni riguardanti la divisione dei beni patrimonia-
La riforma del 1968 segna la definitiva separazione tra ospedale e ricovero, con la conseguente ne-
L’11 febbraio 1971 l’Ospedale di Vignola viene nominato Ente Ospedaliero.
OPAC SBN: L' ospedale di Vignola : la sanità vignolese dal 15. al 20. secolo / Francesca Zaffe